I social network sembrano avere preoccupanti conseguenze nelle vite di giovani ed adolescenti. Secondo una ricerca inglese svolta nel 2017 dalla Royal Society of Public Health britannica ha chiesto a 1.500 giovani dagli 11 ai 25 anni di monitorare l'andamento del loro umore mentre scorrevano le bacheche di cinque social network. Il risultato è stato che
Instagram e Snapchat sono in cima alla lista di piattaforme che suscitano sentimenti di inadeguatezza e generano ansia da social network, risulterebbero avere preoccupanti effetti collaterali nella vita di giovani e giovanissimi. A risentirne sarebbero il sonno, la sedentarietà e anche la salute mentale.
Si riscontrano infatti una correlazione fra frequenza d’uso dei social e disagi psicologici, come la depressione. Rinchiudersi in queste realtà virtuali, inoltre, espone ragazzi e ragazze a risentire maggiormente di fenomeni di body shaming e cyber bullismo.
Le persone ricorrono costantemente ai social network per guardare che cos’hanno pubblicato i loro amici e cosa hanno fatto nella loro “vita”. I profili però non sempre descrivono la vera realtà in cui vive l'individuo!!!.
Alcune persone mostrano un'immagine di se stessi completamente diversa sui social network sfoggiando cose (auto, case e oggetti) che non possiedono. Le persone che guardano i feed di questi "falsi individui " tendono a farsi una falsa idea e a confrontarsi con essi, rischiando avere un immagine distorta della persona.
Quando un individuo pubblica una foto o un video e non ottiene tanti “mi piace”, “commenti” o “condivisioni” come si aspettava, inizia a sentirsi escluso ed è da qui che nasce la dipendenza dai social network.
Il cattivo utilizzo dei social, a volte compulsivo rischia di ridurre la capacità di comunicare della persona, minando l’abilità sociale necessaria per relazionarsi con altri individui al di fuori dello schermo, qui sorgono i problemi più gravi. Quando le persone abitualmente usano i social network o sulle app di messaggistica istantanea per parlare, temono l'interazione umana e possono essenzialmente sviluppare l’ansia sociale.
I social sono un'arma a doppio taglio, da una parte sembrano offrire un posto dove rifugiarsi e ritirarsi dalla realtà, dall'altra possono diventare una fonte di disagio, dove oltre a rafforzare la cultura dell'immagine c'è un confronto con gli altri non basato sulla realtà. C'è un continuo zapping, la mente passa da una storia all'altra, da un pensiero all'altro, da un sentimento all'altro e dove non c'è alcuna connessione tra di essi. Un momento sei curioso, il momento dopo sei triste, il momento dopo ti senti eccitato, poi di nuovo felice, poi arrabbiato e così via. Per affrontare questo, la mente non è in grado di elaborare tutti questi sentimenti casuali allo stesso tempo, essa ha bisogno di tempo per elaborare, non può elaborare contemporaneamente cose tra loro scollegate, ha bisogno di tempo ( dopo aver chiuso Facebook finisci con l'avere una mente disturbata).
Se si legge un libro invece la mente si occupa di una sola cosa alla volta, così quando terminiamo la nostra lettura la direzione dei nostri pensieri e sentimenti è univoca al contrario di Facebook e dei social network in generale. Ecco perché molte persone hanno una soglia di attenzione molto bassa, facciamo fatica a concentrarci, assimiliamo troppe informazioni senza una direzione, assistiamo ad una caoticità mentale, la mente è alla continua ricerca di qualcosa in ogni momento.
Ora vediamo quali conseguenze hanno l'uso di social network sul cervello. Innanzitutto la dipendenza, circa il 5-10% degli utenti che ne abusa, non riesce a controllare il tempo che trascorre sui social, scansioni cerebrali in queste persone rivelano danni cerebrali nelle stesse aree colpite da chi fa abuso di droghe (degradazione corteccia bianca nelle regioni delle emozioni, attenzione e processi decisionali) .In secondo luogo vediamo che il multitasking nel gestire più' social si è dimostrato che peggiora l'abilità di passare da un compito ad un altro, si distrae facilmente e imagazzina meno informazioni nella memoria.
Oltre ciò abbiamo la sindrome della vibrazione fantasma dove gli smartphone vengono interpretati come arti fantasma nelle aree del cervello che analizzano le sensazioni tattili e finiscono per interferire con le nostre percezioni tattili. Dobbiamo fare inoltre i conti con la nostra chimica, dove il rilascio della dopamina in una conversazione Facebook arriva al 80% mentre in una normale conversazione arriva al 30-40%. Questo neurotrasmettitore è associato alle sensazioni di benessere, è come se il cervello riscontrasse il nostro egocentrismo. Infine impatta anche sulle relazioni, trascorrendo molto più' tempo online che in presenza delle persone. In ultima analisi ci sono preoccupanti effetti collaterali nella vita dei giovani, quali il sonno, la sedentarietà e la salute mentale, dobbiamo cambiare l'approccio verso i social network portandolo ad un livello più' consapevole e fine a formare una rete di contatti che ci possa aiutare e non distruggere.
HOME