• KOLONELLO SENDERS “KENTUCKY FRIED CHICKEN” Sanders nasce nel 1890 in un paesino dell’Indiana, a causa delle ristrettezze economiche all’età di 10 anni è costretto ad iniziare a lavorare in una fattoria, a 15 anni divenne autista di tram, l’anno successivo entrò nell’esercito e fu inviato per sei mesi a Cuba. Al suo ritorno si dette da fare e fece vari lavori, purtroppo alla fine degli anni ’20 e gli Stati Uniti entrano nella Grande Depressione. Harland continuò, con grosse difficoltà, a trovare lavoretti saltuari, nonostante la crisi del paese Harland riuscì finalmente a prendere in gestione una stazione di rifornimento e dopo alcuni anni cominciò a cucinare veloci piatti per i viaggiatori che si fermavano presso la sua stazione di rifornimento per un boccone e aprì così il suo punto di ristoro: il Sanders Court Cafè. Gli affari cominciarono ad andare bene ed anche la sua fama di Harland Sanders finché nel 1935 divenne tale che il governatore Ruby Laffoon lo nominò Colonnello, il Colonnello Sanders. La specialità della casa era il pollo fritto con un mix di spezie segrete. Nel 1950 la nuova Interstatale 75 deviò tutto il traffico fuori dalla cittadina di Corbin, cittadina sulla cui strada si trovava il Sanders Court Cafè: niente più viaggiatori, niente più affari, Harold Sanders fu costretto a chiudere la sua attività. A 60 anni, fu costretto a dormire nei sedili posteriori della sua automobile, dopo aver trascorso due anni a pensare a come reinventare la propria vita, il Colonnello Sanders ebbe un’idea: vendere la sua speciale ricetta di pollo fritto attraverso un modello di business basato sul franchising, per ogni pezzo venduto il ristoratore doveva riconoscergli due nichelini. Il Colonnello Sanders cominciò infatti a ricevere solo dei “No”, uno dietro l’altro ma se una cosa aveva imparato nel corso della vita, arrendersi non era mai la scelta corretta. Dopo ben 1009 “No”, Sanders incontrò il primo ristoratore interessato alla vendita della sua speciale ricetta, nel 1952, a South Soul Lake nello Utah, venne inaugurato il primo negozio che esponeva il marchio registrato K.F.C. Alla fine degli anni 50 i locali a marchio K.F.C. erano ben 200 e nel 1964 era riuscito a creare una catena di 600 fast-food tra Stati Uniti e Canada e in quello stesso anno decise di vendere il suo impero per 2 milioni di dollari ad un gruppo di investitori. Ricorda: non mollare mai e credi sempre in te stesso, a dispetto di qualsiasi rifiuto.
• L’OSTACOLO SUL TUO CAMMINO C’era una volta un re curioso e benestante, spinto dalla sua curiosità, questo re mise un grosso masso in mezzo ad una strada, poi si nascose lì vicino per vedere se qualcuno avrebbe provato a rimuovere la roccia d’intralcio. Le prime persone che passarono di lì erano tra le più ricche di tutta la corte del re e dei mercanti. Piuttosto che spostarlo, semplicemente ci passarono di lato. Alcuni si lamentarono a voce alta del re perché non manteneva in ordine le strade, nessuno provò a muovere il masso. Finalmente, un passante le cui braccia erano cariche di verdure, quando fu in prossimità del masso, piuttosto che passarci attorno mise a terra il suo carico e cercò di muovere la roccia fino a lato della strada. Fece un notevole sforzo ma alla fine ce la fece, il contadino raccolse il suo carico pronto a riprendere il cammino, quando vide una borsa appoggiata sulla strada dove prima c’era il masso. Il paesano aprì la borsa: era piena di monete d’oro e conteneva inoltre una nota del re. Il biglietto recitava: “Questo oro è una ricompensa per aver mosso il masso dalla strada. “ Ricorda ogni ostacolo sul nostro cammino (come la fama, l’orgoglio e la pigrizia) può diventare un’opportunità per migliorare le nostre condizioni.
• I DUE AMICI La terza storia ci racconta che una volta due grandi amici decisero di attraversare il deserto. Si fidavano l’un l’altro e sentivano di non poter chiedere una compagnia migliore. A causa della stanchezza, però, i due ebbero una divergenza di opinioni. Dal disaccordo passarono a una discussione e da questa a un dibattito acceso. La situazione degenerò al punto che uno degli amici colpì l’altro. Questi si rese subito conto dell’errore commesso e gli chiese perdono. Allora, colui che era stato colpito scrisse sulla sabbia: “Il mio miglior amico mi ha colpito”. Proseguirono il cammino fino a ritrovarsi in una strana oasi. Non erano ancora entrati quando il terreno iniziò a muoversi. L’amico che era stato colpito iniziò ad affondare. Era una sorta di palude. Il suo amico si allungò come poté, mettendo a rischio la sua vita, e lo salvò. Proprio allora il ragazzo che era stato colpito e poi salvato scrisse su una pietra: “Il mio migliore amico mi ha salvato la vita”. L’altro lo guardava con curiosità, così gli spiegò: “Tra amici le offese vengono messe per iscritto solo affinché le porti via il vento. I favori, invece, vanno incisi profondamente affinché non vengano mai dimenticati”. Ricorda è bene ricordare il bene ricevuto e dimenticare il male.
• IL LEONE AVARO L’ultima delle storie con morale ci parla di un leone superbo che era affamato. Non mangiava ormai da un po’ e aveva lo stomaco che brontolava, ma sapeva che dove viveva non c’erano abbastanza prede. Capì di dover essere paziente e cauto durante la caccia, dato che se si fosse presentata una preda e l’avesse perduta non ne avrebbe trovata facilmente un’altra. Il leone rimase tranquillo dietro un cespuglio. Trascorsero alcune ore e non si presentò alcuna preda. Quando aveva ormai perso le speranze, comparve una lepre nelle vicinanze. C’era un pascolo e la lepre uscì per mangiare dell’erba, senza prestare attenzione. Conscio della velocità delle lepri, il leone sapeva che avrebbe dovuto sferrare un attacco improvviso e deciso. In caso contrario, la lepre sarebbe scappata. Aspettò un po’ e si mise sull’attenti. Quando stava per saltare addosso alla sua preda, all’improvviso vide un bel cervo camminare a qualche metro di distanza. Gli venne l’acquolina in bocca. In un paio di secondi cambiò idea e attaccò il cervo, che aveva però avuto il tempo di vederlo e di iniziare a correre. La lepre, ovviamente, scappò. Ricorda questa storia ci insegna che è meglio non lasciare andare ciò che rappresenta una certezza per noi in cambio di qualcosa che ci seduce all’improvviso.
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